Vivian Celestino (Caltanissetta 1974)

 

Nata il 7 maggio 1974 a Caltanissetta, dove vive. E' laureata in Architettura, non ha costruito case e mai ne costruirà forse, però ne ha immaginate tante e tante ne ha abitate. Ha una passione per le case, per i ripari. Ha abitato, da piccola, in campagna. Poi in una casa in città. Poi è andata a vivere da sola. Ora vive con un uomo. Abita una casa, un posto dove fa casa. Forse ne abiterà altre, nelle quali però spera di avere una scrivania tutta sua. Le si accordano i libri. Le si sono attaccati addosso tanto tempo fa, attraverso un papà, dei personaggi e dei mondi fantastici, attraverso storie difficili, a volte tristi e complicate, incursioni felici che hanno seminato passioni, interessi e scoperte. Vincitrice della Borsa di studio Wilma Mormino, ha svolto, presso la Biblioteca della Facoltà di Architettura di Palermo, la ricerca: Elementi di teoria nelle sperimentazioni digitali. Scrive favole per bambini. Raccoglie storie di donne, storie piccole e poco conosciute, con la volontà di ascoltare, di mantenere una memoria. Ha ideato il concorso di scrittura e immagine Facciamo quadrato rivolto alle donne, ancora. Quelle disposte a mettersi insieme a fare quadrato, a girarci intorno, quelle che sanno di avere le chiavi di casa, che le porte si possono aprire e chiudere. Prova a darsi un posto nel mondo, lanciandosi, disposta a spezzarsi per poi ricomporsi e riprovare ancora. Pensa di essere una donna, nel pensiero e nel fare. Un giorno vivrà in una casa gialla. Fino ad allora sarà Vivian, e ci assicura che è parecchio impegnativo.

 

Filmografia

Il documentario è la mia personale ricostruzione di una parte di storia dell’impegno politico femminile delle donne della città di Caltanissetta. Con questo lavoro ho voluto trasmettere la quantità di storie piccole e poco conosciute, con la volontà  di ascoltare, di mantenere una memoria, passaggio necessario per evocare atmosfere e sentimenti. Ho provato a capire, scoprire, inserire l’esperienza delle donne della mia città in una storia più ampia del nostro paese, fatta di lotte, conquiste e di vita quotidiana.

Sono nata nel 1074 (2006)

Quintessenza  (2007)

Documentario commissionato dal Centro Autostima Donne per la scuola biennale di formazione in socio-psicologia delle donne.

Altre stanze

Il progetto, attualmente in lavorazione, è una video-inchiesta sulla qualità e i modi dell’abitare femminile.  

 

 

 

        

 

 

Francisca, Concetta, Catarina e Maria - regia di Vivian Celestino

13,30 minuti, Palermo 2008; soggetto, sceneggiatura e montaggio di Vivian Celestino; scenografia di Antonio Di Chiara; riprese di Vivian Celestino e Domenico Cogliandro; musiche di Mark Sheperd (autori Tigerheart su licenza Creative Commons Music) e di Paul Shuler (autori Macro_form su licenza Creative Commons Music); interpreti Giusi Giambrone, Costanza Lanza di Scalea, Maria Di Carlo.

 

SINOSSI

Maria Attanasio, nata nel ’43 a Caltagirone, dove vive e lavora, ha esordito come poetessa, Interni (1979), Nero barocco nero (1985). Nel 1994, l’esordio nella narrativa con Correva l’anno 1698 e nella città avvenne il fatto memorabile. Nel 1997 esce Piccole cronache di un secolo, scritto a quattro mani con Domenico Amoroso, raccolta di racconti tratti dagli archivi storici di Caltagirone. E poi Di Concetta e le sue donne, dove si parla del Partito Comunista, degli anni Settanta a Caltagirone, delle sezioni e delle sezioni femminili e di Concetta La Ferla, “tardocapopolo e protofemminista”, personaggio-persona, reale e vociante, mitica nella sua semplicità e nel suo coraggio. Il più recente romanzo di Attanasio - Il falsario di Caltagirone (2007) - ha vinto il premio Vittorini. Maria Attanasio cerca, racconta la storia delle donne, ne segue le tracce nel tempo e nello spazio, ne rievoca l’essenza, con la disciplina della storica e l’intensità narrativa della scrittrice.

In questo film, le protagoniste dei suoi romanzi, la scrittura, la vita. Tre micro-storie raccontate a piccoli tasselli: un mosaico visivo rende le vicende stratificate nel tempo. Il racconto si muove su tre piani: le parole della scrittrice, le evocazioni figurative, il testo. Tre registri visivi, nei quali le vite delle protagoniste prendono forma nelle parole e nelle immagini. Figure rappresentative di un mondo tenero e lieve, ma anche “resistente” alle ingiustizie, a tutte. Sono un gesto, un segno di tutte le storie sparse, di tutti i ricordi che si conservano, insieme alla polvere, perché non cali un sipario intessuto di silenzio e non detto.

 

 

 

 

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