Chiara Idrusa Scrimieri (Galatina – 1975)  

 

Laureata in Storia dell’arte moderna, lavora fra l’Emilia Romagna e il Salento. A Bologna è docente dei laboratori didattici di audiovisivo presso la Cineteca Comunale, e fa parte del laboratorio sperimentale dell’audiovisivo Ipotesicinema diretto da Ermanno Olmi. Si è formata nell’audiovisivo e nella scrittura cinematografica grazie al contatto con Jane Campion, Fernando Solanas, Abbas Kiarostami, Giuseppe Rotunno e Carlo Di Palma, Enza Negroni, Giovanni Robbiano, Michele Fasano, Fabio Bonifacci e soprattutto con Ermanno Olmi. Ha collaborato a numerose produzioni di corti e mediometraggi spaziando dal reparto scenografico all’aiuto regia, ed è autrice di racconti. La sua Idrusa sas (con Sergio Stamerra) è attiva intorno a progettualità multimediali e audiovisivi, alla produzione di documentari e filmati per la promozione turistica del territorio, alla strutturazione di laboratori formativi per scuole ed enti pubblici. E’ autrice di Sott’acqua e sotta Ientu, 2007, lungometraggio documentario sui bambini “che abitano nell’isola di Gallipoli”. Nel 2007 è anche partito, in collaborazione con Ipotesicinema, il film Abitare a Gallipoli, progetto di indagine audiovisiva sull’abitare contemporaneo a partire dal centro storico di Gallipoli.

 

                    

 

Amelia – regia di Chiara Idrusa Scrimieri

17 minuti, Lecce 2007; soggetto, riprese e montaggio di Chiara Idrusa Scrimieri; musiche di Renato Carosone, El Club del Clan, Canzoniere Grecanico Salentino, A.K. Orchestra, E. Rodriguez; interpreti Amelia Arigliani, Giuseppina Stamerra.

 

SINOSSI

Amelia passa il tempo, o aspetta che il tempo passi, a 94 anni. Scrive, legge, si soffia il naso, lancia un’occhiata miope alla televisione fa ginnastica. Sogna di stare in un’isola deserta, sola e nuda, o immersa nell’acqua, come da giovane…

(Il film ha ottenuto il 1° premio della Giuria Popolare e la menzione della giuria tecnica al Festival Cinemazero di Trento, ottobre 2007, con la seguente motivazione: “Amelia è una donna classe 1913 che la regista ha voluto seguire nella quotidianità. Con semplicità e con dolcezza questa opera lascia tutto lo spazio alla straordinaria protagonista e alla lettura dei suoi diari. Un’opera fondata su un progetto molto forte e realizzata con grande sensibilità e discrezione (…) in qualche modo assonante alla storia familiare presentata da Marazzi in Un’ora sola ti vorrei.”)

 

 

 

 

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